Domenica 24 Aprile 2005
Di Nucci interrompe la tradizione
Attacca nel finale con Machado e Righetto e negli ultimi 500 metri fa il vuoto
Conclusione inattesa nella 61ª Vicenza-Bionde
di Renzo Puliero inviato del giornale L'Arena alla Vicenza-Bionde
Daniele Di Nucci interrompe la serie di arrivi a gruppo compatto della Vicenza-Bionde e vince a braccia alzate, con una progressione negli ultimi cinquecento metri che stronca il venezuelano della Marchiol, Machado e Jonathan Righetto della Trevigiani, cronometrati a 12" di distacco. Quello che è rimasto del gruppo (solo 14 corridori) è ben più indietro, a 2’10".
Di Nucci, laziale di Formia, 24 anni a maggio, firma la sua quinta vittoria doc della stagione dopo Firenze-Empoli, Soprazocco, Sanremo-Savona e Coppa Turci. Al secondo anno di élite può sperare di guadagnarsi il passaggio al professionismo. Passista veloce, certamente non fermo allo sprint, è molto bravo, nell’occasione, a colmare, in compagnia di Machado e del compagno di squadra Caneschi, un distacco di 50" che lo separava da un gruppetto di dieci corridori che aveva sgretolato il gruppo pochi chilometri prima dell’ingresso nel circuito finale. Non soddisfatto di questo, rientrato sui primi, poco dopo il suono della campana, a dieci chilometri dal traguardo è andato all’attacco, trascinandosi dietro Machado e Righetto. Pedalando in perfetto accordo, i tre hanno fatto subito il vuoto, guadagnando ben presto 40 incolmabili secondi. «Poi - spiega - siccome non mi sentivo sicuro di vincere in volata, ho provato ad allungare prima della curva, a cinquecento metri dal traguardo». Ed è andata bene. Machado e Righetto, evidentemente, non avevano più energie per contrastarlo e lottano solo per il posto d’onore.
Accolta da una forte pioggia al raduno in piazza dei Signori a Vicenza, la gara (124 partenti) evita, poi, il maltempo. Si corre, insomma, all’asciutto, ma col freddo e, nel finale, col vento. Dopo il passaggio dal colle di Priabona (il Gpm va a Manuel Bisello), se ne vanno in tredici (Beccaro, Miorini, Peccolo, Peruffo, Dalla Pietra, Mazzolani, Barilli, Marotto, Zanco, Facchin, Bonaldo ed i veronesi Giordano e Tobia Bonetti). Arrivano ad avere 3’10" di vantaggio in val d’Illasi prima di affrontare la salita del Roccolo. Beccaro detta la cadenza e transita per primo al Gpm davanti a Peccolo ed al nostro Giordano. A fine discesa si ricongiungono in sette: Miorini, Peccolo, Marotto, Mazzolani, Beccaro, Giordano e Zanderigo, che arrivano a Verona, dove il passaggio fila via senza intoppi , grazie alla collaborazione dei vigili urbani, con 1’40" di anticipo. Sono pochi per reggere la rincorsa del plotone e, infatti, poco dopo il traguardo volante di Pozzo vinto da Giordano davanti al compagno di squadra Zanderigo (bravi i due ragazzi di Billy Ceresoli), al comando sono in una sessantina.
La tregua, però, dura poco. Prima provano Amerighi, Righetto e Boscolo, poi si forma un gruppetto di dieci unità: Amoriello (Zalf), il polacco Krvs (Cargo), Righetto (Trevigiani), Colombera (S. Donà), Beccaro (Trevigiani), Stundzia (Panni), Masnata (Marchiol), Amerighi (Trevigiani), l’argentino Escuela (Mantovani), Vaccari (Grassi). Il gruppo non reagisce e, allora, Di Nucci reagisce in prima persona, con Caneschi e Machado. E poi dà la botta che decide una corsa che passa all’archivio con la conferma dell’eccellente organizzazione affidata allo staff di Filippo Scipioni e al direttore di corsa Alberto Tonini, brava anche a proteggere i corridori quando, poco dopo la partenza, i vigili portano fuori percorso le auto e le moto apripista, prima del ritorno alla normalità.
Il ventitreenne laziale conquista la quinta vittoria stagionale
La 61^ Vicenza-Bionde è di Daniele Di Nucci
Posto d'onore al venezuelano Machado
In una edizione segnata dalla bassa temperatura, ma per fortuna graziata dalla pioggia, si afferma la classe indiscutibile di Daniele Di Nucci. Una gara resa difficile dal maltempo, combattuta fin dai primi momenti e con continue fughe che hanno messo a dura prova la resistenza dei 124 partenti da Vicenza, sotto un cielo che non prometteva nulla di buono.
Le raffiche di vento fastidioso non hanno impedito ai primi tre coraggiosi fuggitivi, Manuel Bisello (Grassi M. Pantani) Matteo Gregianin (Cyber Team Oleod. Panni) e Krus Hubert (Cargo Emassy Albatros) di tentare subito l'avventura con il passaggio dal primo GPM posto sulla vicina asperità della Priabona. Scollinando con pochi secondi di vantaggio sul resto del gruppo, il terzetto percorre velocemente la discesa verso Trissino e Alte Ceccato con il ritorno della carovana di gara sulla statale per Verona.
A Locara si conclude la prima ora di corsa alla media di Km 43,60 con in testa un gruppo forte di tredici elementi (Beccaro, Miorini, Peccolo, Peruffo, Della Pietra, Mazzolani, Barilli, Marotto, Zanco, Facchin, Bonaldo ed i veronesi Giordano e Tobia Bonetti) tutti con una voglia matta di pedalare visto che accumulano un vantaggio di oltre due minuti quando si arriva a Colognola ai Colli.
Inizia qui il lungo falsopiano che conduce fino a Tregnago, e all'altezza di Cellore un'altra decina di corridori si stacca dal gruppo degli inseguitori e si porta sui tredici in fuga. Si affronta il Roccolo a forte velocità e si stacca Della Pietra (Team Permac Brisot) mentre il GPM viene conquistato da Davide Beccaro (Trevigiani) su Nicola Peccolo (Zalf) ed Enrico Giordano (V.C. Mantovani). Inizia la impegnativa discesa dal Roccolo verso Mezzane e il combattivo Gregianin cade, per fortuna senza conseguenze.
A Vago rimangono in sette corridori a condurre con trentadue secondi su una coppia che viaggia a cinquantacinque secondi sul resto del gruppo. Si arriva veloci fino a Verona Porta Vescovo e si attraversa la città evitando Piazza Brà invasa da una manifestazione organizzata dal Comune. Usciti da Verona, al Pozzo di S.G. Lupatoto, i sette fuggitivi vengono raggiunti dal gruppo che rinviene velocissimo. Appena il tempo di respirare e in località Campagnola escono in tre, Contessa (Filmop) Righetto (U.C. Trevigiani) e Boscolo (G.S. Marchiol).
Ai tre di testa se ne aggiungono presto altri nove e a Bovolone un gruppo di dodici corridori transita con un vantaggio di cinquanta secondi sul resto del gruppo composto da circa una sessantina di unità. Si arriva finalmente a Salizzole (Km 138 di gara) dove il T.V. viene vinto da Davide Beccaro (U.C. Trevigiani). I fuggitivi arrivano al primo passaggio sul traguardo di Bionde e raccolgono gli applausi del numeroso pubblico presente, mentre dal gruppo degli inseguitori esce di forza Rosolen (Solvepi Bonaldo - Orsago) il quale tenta disperatamente l'aggancio, ma arriva fino a quindici secondi dai fuggitivi e poi deve arrendersi di fronte al forte vento contrario nel tratto che da Bionde porta a Valmorsel. L'azionde decisiva si compie quando un terzetto di prim'ordine si porta all'attacco con grande decisione.
La coppia composta da Caneschi e Di Nucci (Grassi M. Pantani - Bianchi) con l'apporto del venezuelano Machado (G.S. Marchiol) conquista in pochissimo tempo un vantaggio di trenta secondi sul gruppetto dei nove ex compagni di fuga, i quali viaggiano a oltre un minuto dal resto degli inseguitori.
La situazione rimane stabile fino a quando il gruppo, (eccezionale il gioco di squadra della Grassi M. Pantani) decide di rinunciare alla battaglia, transitando all'ultimo giro con la campana che suona ed evidenzia quasi tre minuti di ritardo. I giochi sono fatti e si attende la volata finale con Di Nucci nel ruolo di favorito d'obbligo.
E puntuale Di Nucci fa valere la legge del più forte con una volata che non lascia spazio a repliche e gli consente di alzare le braccia al cielo con tutta tranquillità. Alle sue spalle un indomito Machado (G.S. Marchiol) conquista meritatamente la piazza d'onore su Caneschi (G.S. Grassi M. Pantani) che con il terzo posto completa la giornata trionfale del proprio sodalizio sportivo. Il podio è tutto per Di Nucci e la bella Miss Corsa 2005 Chiara Rossetti. Un pensiero vola a ricordare il Dott. Renato Chiaramonte che da qualche parte ha sicuramente visto la gara e fatto i complimenti al Presidente dell'U.S. Bionde Filippo Scipioni ed ai suoi collaboratori.
Ettore Isoli




