Prima della gara
Gli ultimi giorni che precedono la gara sono febbrili, alcune persone che non si vedono mai, ricompaiono come per incanto per dare una mano in paese. Arriva finalmente la domenica e, mentre il grosso dell'U.S. Bionde è partito presto verso Vicenza per le operazioni di partenza, a Bionde l'attività è frenetica: Agostino Pasetto e Giovanni Pasquato sono i due capisaldi che, assieme ad altri soci ed amici sportivi sovrintendono a tutto: ancora poche ore e arriveranno centinaia di automobili e bisognerà predisporre gli spazi, qualcuno si improvvisa vigile urbano mettendosi sul capo un vecchio berretto da ferroviere, un'altro toglie con la scopa i sassolini da una curva, ogni tanto si guarda il cielo e si fanno gli scongiuri, ed intanto cresce l'attesa.
Tanta gente
Si coglie nella nostra gente l'eccezionalità della giornata, si vedono migliaia di facce mai viste in un paese dove, di norma, le facce sono sempre le stesse, arriva lo speaker ufficiale e dopo un breve saluto inizia a snocciolare una lunga sequenza di nomi: è l'elenco dei partenti della Vicenza-Bionde. L'attesa degli sportivi cresce fino a quando viene attivato il ponte radio posto sul G.P.M. del Roccolo ed inizia la radiocronaca in diretta con la corsa; nel frattempo sul palco salgono alcune vecchie glorie a raccontare di un ciclismo eroico dei tempi passati e della gioventù attuale, che forse non vuole più soffrire come si soffriva allora.
Arrivano i corridori
Finalmente, preceduti da una lunga carovana pubblicitaria e dai motociclisti, fanno il loro ingresso trionfale, velocissimi i corridori. I sensi dell'appassionato di ciclismo sono raggiunti da una serie precisa di messaggi inconfondibili: una folata di vento, unito a sudore, rumore di catene, e quel particolare brusio, dovuto al rotolamento dei tubolari sull'asfalto. E' una sensazione che si ripeterà ad ogni passaggio, fino all'epilogo della gara, quando un solo uomo potrà alzare al cielo le braccia in segno di vittoria.