L'Unione Sportiva Bionde e la gente del paese
L'Unione Sportiva Bionde ha saputo attraversare indenne tutte le difficoltà che si possono immaginare per arrivare ai giorni nostri con un gruppo dirigente che mantiene lo stesso immutato entusiasmo di coloro i quali, ancora nel lontano mese di Ottobre del 1945 ebbero l'idea di fare qualcosa che desse un significato particolare ad una Domenica di primavera, la stessa primavera che vedeva l'Italia rimboccarsi le maniche per la ricostruzione. Doveva essere qualcosa di speciale, doveva essere qualcosa che fosse in grado di riportare la gente sulle strade a godere di una vittoria conquistata con "armi" fornite a tutti da madre natura, testa e gambe a cavallo di un mezzo di trasporto, la bicicletta, che era diventato, malgrado tutto, il simbolo di un paese da ricostruire daccapo. E' così, con questo spirito da pionieri, che nacque quella che doveva diventare la Vicenza-Bionde di oggi, la gara veterana delle classiche veronesi di ciclismo. In un contesto come quello attuale, che ha elevato la TV ed il cellulare a mezzo insostituibile di comunicazione, provate solamente a chiederVi quanto fosse problematico semplicemente comunicare con le persone addette all'organizzazione della gara da Vicenza fino a Bionde, quando si era fortunati se si riuscivano a mettere insieme due automobili e due moto. Forse, un aiuto è arrivato anche quella sana dose d'incoscienza che sempre accompagna gli audaci e senza della quale tutto sarebbe più difficile se non impossibile. Ferme restando le considerazioni di cui sopra, una riflessione particolare merita il fatto che l'U.S. Bionde non è e non può essere considerata solamente come un sodalizio sportivo, è diventato qualcosa di più, quasi un simbolo che unisce e cementa la gente della nostra piccola frazione anche in occasione di eventi o situazioni che non sono legate solamente allo sport. Forse è proprio per questo che la gente di Bionde tiene ancora molto a mantenere una propria identità, un paese ancora a misura d'uomo che saluta e rispetta gli anziani in quanto testimoni di esperienze vissute, sulle quali è possibile riflettere. Una realtà concreta, quella di Bionde, gelosa delle proprie tradizioni, del proprio campanile, dell'asilo, delle scuole elementari, del patrimonio storico e architettonico, tutte cose visibili che nel loro insieme "fanno comunità" e sono state realizzate con anni di sacrifici da parte di tutti i cittadini.



Da sinistra: Agostino Pasetto, Luigino Cazzola, Renato Manara, Antonio Rossini, Davide Dissaderi, Matteo Passarini, Marco Bersan , Mattia Bin

