Una corsa per dimenticare la guerra
Nogara. «Era settembre 1945. Bastava girare lo sguardo e dovunque apparivano i segni della guerra finita da pochi mesi: case bombardate o mitragliate, ponti distrutti, e in migliaia e migliaia di cuori un peso di assenze e attese per chi non era ancora tornato. Conosco la gente della Bassa: in quei luoghi sono nato e ho vissuto a lungo. È gente d’animo forte, che sa reagire alle insidie della rassegnazione. Penso che l’idea di organizzare la Vicenza-Bionde sia nata come una sfida. Si erano finalmente riaccese le luci nelle strade, parole come oscuramento e coprifuoco sembravano già appartenere a un’epoca remota. Perché non lanciare tra le città e i paesi un plotone di ragazzi pieni di speranze, curvi sul manubrio, sconosciuti protagonisti di una domenica? Era il primo autunno di pace, e una corsa era pur sempre un simbolo di pace». Così scrive il giornalista Giulio Nascimbeni, ricordando la nascita di quella che sarebbe diventata, nel corso degli anni, una delle più prestigiose gare del ciclismo dilettantistico veneto e nazionale. Agli albori, questa gara sembrava uno dei tanti circuiti organizzati nei paesi e nelle frazioni per animare la festa del patrono o la fiera, da gente che aveva fretta di tornare alla normalità dopo la parentesi bellica. Il ciclismo, a quei tempi, grazie al dualismo Coppi-Bartali, attirava su di sè l’attenzione della maggior parte degli sportivi. Ritornati dai vari fronti, molti atleti, anche a livello dilettantistico, salirono sulla bicicletta e ricominciarono a gareggiare. Come il nogarese Arduino Clementi, classe 1920, reduce dalla tragica campagna di Russia, che è stato uno dei protagonisti delle prime Vicenza-Bionde e, con 55 vittorie in carriera, uno dei più forti dilettanti del Basso Veronese di sempre. «Ricordo ancora il gruppo di appassionati di Bionde che venne a chiedermi dei suggerimenti per organizzare una corsa», racconta, «A quei tempi io ero abbastanza conosciuto nell’ambiente ciclistico locale, sia perché avevo già vinto delle gare, sia perché, con altri tre dilettanti veronesi, avevo gareggiato con Coppi e Bartali prima della guerra. Fino al 1950 la gara si svolgeva nelle strade secondarie dei paesi e delle frazioni vicino a Bionde e si chiamava "coppa Teder"; solamente in seguito, con la partenza da Vicenza, assunse il nome attuale».