TESTIMONIANZE - VICENZA-BIONDE

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Dalla penna di un grande giornalista della Bassa Veronese, Giulio Nascimbeni, un ricordo scritto in occasione della cinquantesima edizione della Vicenza-Bionde. E' molto importante in quanto testimonianza diretta di un periodo storico particolare, il 1945, con la grande guerra appena finita, la voglia di ricominciare a vivere, a credere ancora in un futuro tutto da inventare.  

GIULIO NASCIMBENI

Quel lontano 1945

Era il settembre del 1945. Bastava girare lo sguardo e dovunque apparivano i segni della guerra finita da pochi mesi: case bombardate o mitragliate, ponti distrutti, e in migliaia e migliaia di cuori un peso di assenze e di attese per chi non era ancora tornato. Conosco la gente della Bassa: in quei luoghi sono nato e ho vissuto a lungo. E' gente d'animo forte, che sa reagire alle insidie della rassegnazione. Penso che l'idea di organizzare la Vicenza-Bionde sia nata come una sfida. Si erano finalmente riaccese le luci nelle strade, parole come oscuramento e coprifuoco sembravano già appartenere a un'epoca remota. Perchè non lanciare tra le città e i paesi un plotone di ragazzi pieni di speranze, curvi sul manubrio, sconosciuti protagonisti di una domenica?. Era il primo autunno di pace, e una corsa era pur sempre un simbolo di pace. Adesso la Vicenza-Bionde è alla 50^ edizione, alle sue nozze d'oro con le strade venete. Rispetto al 1945 il cambiamenti sono talmente fitti e grandi che è assurdo tentare di elencarli. Restano, uguali ad allora, i campanili, certe schiere di alberi all'orizzonte, le tinte dei campi. Ricordo che, quando lavoravo all'"Arena", scrissi qualcosa sul ciclismo e paragonai il gruppo colorato dei corridori a una manciata di coriandoli sparsi sull'asfalto e sollevata dal vento. Ecco, mi pare che, per la cinquantesima Vicenza-Bionde, quell'immagine possa restare immutata come espressione del mio augurio.

Giulio Nascimbeni "Corriere della Sera"  

Dal giornale "L'Arena" del 25 Aprile 2001 un interessante articolo del corrispondente di Nogara, Sig. Giordano Padovani, il quale riprende i ricordi di Giulio Nascimbeni e li unisce a quelli di Arduino Clementi, classe 1920 il primo a centrare la doppietta nella gara organizzata dall'U.S. Bionde, a partire dal 1945.

GIORDANO PADOVANI

Una corsa per dimenticare la guerra

Nogara. «Era settembre 1945. Bastava girare lo sguardo e dovunque apparivano i segni della guerra finita da pochi mesi: case bombardate o mitragliate, ponti distrutti, e in migliaia e migliaia di cuori un peso di assenze e attese per chi non era ancora tornato. Conosco la gente della Bassa: in quei luoghi sono nato e ho vissuto a lungo. È gente d’animo forte, che sa reagire alle insidie della rassegnazione. Penso che l’idea di organizzare la Vicenza-Bionde sia nata come una sfida. Si erano finalmente riaccese le luci nelle strade, parole come oscuramento e coprifuoco sembravano già appartenere a un’epoca remota. Perché non lanciare tra le città e i paesi un plotone di ragazzi pieni di speranze, curvi sul manubrio, sconosciuti protagonisti di una domenica? Era il primo autunno di pace, e una corsa era pur sempre un simbolo di pace». Così scrive il giornalista Giulio Nascimbeni, ricordando la nascita di quella che sarebbe diventata, nel corso degli anni, una delle più prestigiose gare del ciclismo dilettantistico veneto e nazionale. Agli albori, questa gara sembrava uno dei tanti circuiti organizzati nei paesi e nelle frazioni per animare la festa del patrono o la fiera, da gente che aveva fretta di tornare alla normalità dopo la parentesi bellica. Il ciclismo, a quei tempi, grazie al dualismo Coppi-Bartali, attirava su di sè l’attenzione della maggior parte degli sportivi. Ritornati dai vari fronti, molti atleti, anche a livello dilettantistico, salirono sulla bicicletta e ricominciarono a gareggiare. Come il nogarese Arduino Clementi, classe 1920, reduce dalla tragica campagna di Russia, che è stato uno dei protagonisti delle prime Vicenza-Bionde e, con 55 vittorie in carriera, uno dei più forti dilettanti del Basso Veronese di sempre. «Ricordo ancora il gruppo di appassionati di Bionde che venne a chiedermi dei suggerimenti per organizzare una corsa», racconta, «A quei tempi io ero abbastanza conosciuto nell’ambiente ciclistico locale, sia perché avevo già vinto delle gare, sia perché, con altri tre dilettanti veronesi, avevo gareggiato con Coppi e Bartali prima della guerra. Fino al 1950 la gara si svolgeva nelle strade secondarie dei paesi e delle frazioni vicino a Bionde e si chiamava "coppa Teder"; solamente in seguito, con la partenza da Vicenza, assunse il nome attuale».


ARDUINO CLEMENTI
Il Sig. Arduino Clementi, fotografato a
Bionde, Domenica 27 Aprile 2003
ARDUINO CLEMENTI
Arduino Clementi ha corso le prime sei edizioni, ottenendo due vittorie (1948 e 1949); un terzo posto (1946) e due quarti (1947 e 1951), quando la maggior parte delle strade non erano ancora asfaltate e i corridori, in caso di forature o guai meccanici, dovevano arrangiarsi. «È vero», continua Clementi, «si correva in condizioni impossibili, con biciclette molto pesanti e con rarissime macchine al seguito. Ricordo, in proposito, la gara del 1950, che era valevole come prova unica del campionato regionale. La neve, la pioggia e il vento, che ci accompagnarono dall’inizio alla fine, trasformarono la corsa in un calvario: basta pensare che su 217 partenti ne arrivarono al traguardo solo 10 o 12. Molti corridori stremati dal freddo, trovarono riparo nelle stalle e nelle case che costeggiavano il percorso. Cosa che feci anch’io, a pochi chilometri dal traguardo, quando passai davanti a casa mia, a Calcinaro. La gara si concluse con grande ritardo sulla tabella di marcia e la popolazione di Bionde si prodigò per assistere i corridori, bagnati fradici e sporchi di fango». Da quell’anno la Vicenza-Bionde gettò le basi per diventare la realtà che oggi conosciamo. Tra i nomi importanti che l’hanno vinta figurano: Cleto Maule (1952), Mario Tosato (1954), Adriano Durante (1961) e, nell’epoca più recente, Daniele Caroli (1981), Mario Chiesa (1985), Endrio Leoni (1989)e Davide Casarotto (1995). Oltre alla doppietta di Clementi, Savino Accordi (1949), Renato Giusti (1957 e 1958), Emidio Bedendo (1971 e 1972) e Maurizio Bonizzato (1983) sono stati gli atleti del Basso veronese che hanno scritto il proprio nome nell’albo d’oro di questa corsa.

Gara Internazionale

Dal 1980 la Vicenza-Bionde può fregiarsi del titolo di gara internazionale. «Quella data è da considerarsi storica per la nostra corsa», spiega il presidente dell’Us Bionde Filippo Scipioni, «perché da allora è cominciato un periodo esaltante, con la partecipazione delle più titolate formazioni dilettantistiche nazionali e straniere. Spesso siamo costretti a dover respingere qualche squadra per non superare i 300 iscritti. Quest’anno, ad esempio, che per la prima volta la gara sarà aperta agli under 25 e il percorso sarà leggermente più lungo, oltre a una nutrita schiera di ciclisti italiani, avremo al via anche atleti russi, slovacchi e ungheresi». Consapevoli dell’importanza dell’avvenimento che da anni proietta la piccola frazione di Salizzole sulla stampa nazionale (la gara è tra le classiche inserite nel calendario della Gazzetta dello sport), appassionati di ciclismo, ex atleti (come Arduino Clementi, che non si perde un’edizione) e semplici curiosi, anche per quest’anno domenica si riverseranno, a frotte, sul rettilineo di Bionde, all’ombra del turrito castello e della parrocchiale, per diventare testimoni e protagonisti di un avvenimento che riempie di orgoglio le genti del Basso Veronese.

Giordano Padovani dal giornale "L'Arena" del 25 Aprile 2001

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